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giovedì 30 maggio 2013

LA FOCACCIA DOPPIA FACCIA

Lo ammetto , ho un difetto (chi mi conosce in questo momento potrebbe esclamare :- UNO?????) odorare ciò che mangio. Ma non lo faccio per schizzinoseria o per chissà quale altro motivo, ma semplicemente perché impazzisco per  gli odori della cucina e con il solo olfatto riuscire a capire quali sono gli ingredienti e gli aromi che  hanno composto il piatto. Ma se mi si pone la domanda tra quale di quei profumi gradisco, metterei di pari passo la vanillina e l'odore del pane o della pizza appena sfornato. 
E' un odore a cui pochi possono resistere, o almeno per me è così. Proprio sabato scorso avevo in mente di cucinare qualcosa che però non fosse né pane né pizza, ma che potesse essere farcito e al tempo stesso aromatizzato. All'improvviso si  è accesa una lampadina e ho sentito quel famoso trillo di cui già vi parlavo l'altra volta ( si perché essendo un pò smemorina ho bisogno anche del trillo per capire che l'idea è arrivata), e allora mentre parlavo al telefono ho esclamato :- Ecco, è lei !!!!
Per fortuna dall'altro capo  c'era mia madre che comunque mi ha dato della pazza, fino a quando non le ho spiegato l'idea. Quest'ultima a dire il vero strada facendo si è un pò modificata , ma alla fine ho dato vita a 2 focacce, ognuna aromatizzata in modo differente.
Vista come sono state spazzolate direi che il risultato è riuscito alla perfezione , ringraziando anche il Molino Chiavazza, poiché sono state realizzate con le farine gentilmente inviatemi. Farine straordinarie , si perché per la buona riuscita di un piatto semplice , come quello della focaccia , occorrono materie prime di ottima qualità ed io le mie le avevo tutte: pomodorini del babbo, rosmarino del mio balcone, origano del Matese...e naturalmente farine del Molino Chiavazza


- Difficoltà : facile
- Tempo : 3 ore circa
- Costo : € 2.50 

- Ingredienti per 2 focacce:
- Per la base
500 g farina di semola Molino Chiavazza 
500 g farina tipo "00" Molino Chiavazza
1 patata lessa (del peso di circa 150 g)
700 g di acqua
1 cucchiaio di sale fino
1 cubetto  di lievito di birra
1/2 cucchiaino di zucchero


- Per guarnire:
1 rametto di rosmarino
origano
10 pomodorini
1 piccola manciata di sale grosso
olio extravergine di oliva


- Procedimento :
Lessate la patata e schiacciatela con l'apposito schiacciapatate e mettete da parte. 

Adesso per impastare la focaccia avete due opzioni: o il classico impasto realizzato a mano o in una impastatrice o robot da cucina che abbia questa funzione.
In qualsiasi modo decidiate di realizzarla l'importante è setacciare le due farine, unire il lievito, acqua, zucchero , lievito sbriciolato molto finemente e  la patata messa da parte. Impastate energicamente il tutto e quando il composto risulterà elastico ed omogeneo copritelo con un canovaccio e lasciate lievitare fino al raddoppio del volume.
Trascorso tale tempo rigirate l'impasto con le mani e dividetelo a metà per porlo in 2 teglie del diametro di 26 cm e unte con dell'olio .
Ungete i polpastrelli nel'olio di oliva e stendete la pasta , in questo modo non si appiccicherà alle dita e risulterà più facile da stendere. 
Adesso su una focaccia metterete il rosmarino , il sale grosso e olio, mentre sull'altra i pomodorini tagliati a metà , l'origano e olio. Lasciate ancora lievitare fino a quando non raggiungeranno i bordi delle rispettive teglie; a questo punto infornatele a 180° forno ventilato, se statico invece 200° per circa 30 /40 minuti.


- Occorrente :
2 teglie del diametro di 26 cm 





mercoledì 29 maggio 2013

Terza edizione Link Party delle tre Line


E' partita la terza edizione del Link Party delle tre Line,ottima occasione per farsi conoscere e per conoscere tanti nuovi blog,io già ci sono mi raccomando come sempre accorrete numerosi.

Dalla Rai,passando per un premio,giungendo ad un attestato

Questa settimana è iniziata all'insegna della frenesia. Mille cosa da fare e da organizzare,ma tutte molto piacevoli e positive....andiamo con ordine.
Quattro giorni fa canticchiavo il motivo di una canzone degli anni '80 di Renato Zero "Viva La Rai", credevo che fossero gli ultimi residui del documentario sul cantante andato in onda pochi giorni prima. Invece no!!!! era telepatia. Si perché aprendo le e-mail trovo un invito della Rai a partecipare ad una trasmissione in diretta sul web chiamata "Fornelli Creativi",in quanto ero stata segnalata come food-blogger emergente.
Un urlo ha invaso il mio palazzo,facendo trasalire marito e figlio.
Lunedì ho vissuto quest'esperienza meravigliosa,dove si poteva interloquire con personaggi noti del mondo della cucina.E per ringraziare redazione e conduttore ho dedicato loro proprio la canzone "Viva La Rai" e devo dire che hanno molto apprezzato (mio marito dice sempre che questi miei "fuori onda" sono un po come la mia firma).
Dopo una notte trascorsa a cercare di scaricare l'adrenalina,ieri mattina un'altra sorpresa: un nuovo premio.
Il Liebster Blog Awards



Assegnatomi da Rosa e dal suo blog Dolci tentazioni che ringrazio molto, ha un blog carinissimo e invito tutti a visitarlo, si perché è questo il bello dei blog,scambiarsi idee,consigli e suggerimenti,senza che ci metta lo zampino la gelosia.
E dulcis in fundo,ieri sera io e la mia sorellona abbiamo ricevuto l'attestato di pasticceria di base,presso l'istituto alberghiero "V. Cappello" del nostro paese,conclusasi con una splendida manifestazione.Da ringraziare preside,docenti e collaboratori scolastici che hanno reso possibile tutto ciò,ma un saluto grandissimo va a tutti i corsisti che hanno contribuito ad allargare la mia cerchia di amicizie.


PASSIAMO ORA ALLE REGOLE DEL PREMIO:

Rispondere ad 11 domande;

Premiare 11 blog con meno di 200 follower;

Porre 11 domande;

Mandare un messaggio ai blog premiati;

RISPONDO ALLE DOMANDE:

Perché questo nome per il tuo blog?
Perché era semplice da ricordare

Qual'è il tuo hobby principale?
Creare

Qual'è il tuo dolce che ha riscosso maggior successo?
La Pastiera di riso al cioccolato

Qual'è il tuo cavallo di battaglia in cucina?
La parmigiana di melanzane

Ti piace leggere?
Tantissimo ho sempre un libro sul mio comodino

Qual'è l'ingrediente a cui non riusciresti a rinunciare?
La Farina

Da cosa nasce la tua passione per la cucina?
Dalle antiche tradizioni della mia famiglia

Cucini per passione o per lavoro?
Per passione ma mi piacerebbe farne un lavoro

Quanti anni hai?
Non si chiede mai l'età di una signora....ahahahahahahahah

Per le ricette preferisci il cartaceo o il digitale?
Ho foglietti dappertutto

Cosa pensi del mio blog?
Interessante e ben costruito

ECCO LE DOMANDE CHE PONGO AI BLOG CHE PREMIO:

Perchè questo nome per il tuo blog?
Qual è il tuo hobby principale?
A cosa non rinunceresti mai nella vita di tutti i giorni?
Qual è l'ultimo libro che hai letto?
Potendo scegliere, in quale epoca storica vorresti rinascere?
Perchè?
Secondo te è meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Il motto che più ti rappresenta
La cosa che più ti fa saltare i nervi
E' meglio vivere una vita di rimpianti o di ripensamenti?
Il colore che rappresenta di più il tuo modo di essere

ECCO L'ELENCO DEGLI 11 BLOG CHE VOGLIO PREMIARE:





venerdì 24 maggio 2013

Conosciamoci

                           
Ecco un'altra bella iniziativa dedicata a noi blogger per far conoscere i nostri blog e per conoscerne di nuovi e interessanti,
Partecipate in tanti,mi raccomando!!!!

Ecco il link per partecipare:
http://ari27makeupcorner.blogspot.it/2013/05/conosciamoci.html?showComment=1369396402443#c11364129196859455


giovedì 23 maggio 2013

LA SCAROLA MBUTTITA DEL MARESCIALLO E DELL'APPUNTATO


Benvenuto inverno !!! Ops  ^--^ mi sono sbagliata, avrei dovuto dire estate...avrei ! Ma con questo tempo almeno dalle mie parti ( tuoni, fulmini, saette, pioggia e vento) sembra che stia arrivando proprio l'inverno , e allora mi sono detta :- Perchè non tirare fuori dal cassetto una di quelle belle ricette sostanziose, con cui si fa colazione, pranzo e cena tutto insieme , preparate non da me ma dalle mie cuginette ? Ve le ricordate il maresciallo e l'appuntato? Si,questa ricetta  è  proprio la loro !
Guardare la foto mi fa quasi tremare di paura ! Da precisare che dire che fossero buone è riduttivo ed offensivo, erano ottime, ma quello che mi incute paura è il modo in cui sono state servite ...state a sentire.
Anche questa pietanza fa parte del pranzo luculliano di quella famosa domenica. Il maresciallo (è sempre lei che ama fare di questi scherzetti) annuncia a metà del pranzo che ci sarà una sorpresa per lo zio preferito (nonchè il mio papà). Io seduta al mio posto ammetto di aver iniziato a sudare freddo , perchè immaginavo che potesse trattarsi di qualcosa legato sempre al pranzo, ma sulla cosa nessuno osava fiatare. L'appuntato guardava il maresciallo e dava un sorrisino di soddisfazione e viceversa. Conoscendole avevo capito che ormai per noi commensali non c'era scampo, eravamo un pò come Hansel quando la strega della casetta di marzapane lo mise all'ingrasso, solo che lui era magrolino e ne aveva bisogno, noi invece ( o almeno io ) proprio no. 
Il maresciallo chiama a rapporto l'appuntato nella cucina dove pochi secondi prima si era volatilizzato Mastrolindo e le ordina di portare in tavola piatti e posate pulite, e logicamente un sottopentola. Io con una scusa , mi alzo, seguo il maresciallo e appena tira la teglia da sotto al forno, mi scappa un "Oh Santo Cielo". Il maresciallo mi guarda e fa :- Ma non ti piace !?".
Cioè da buona campana non mi piace la scarola "mbuttanata"? Ma stiamo scherzando? E' solo che le vedevo come una bomba ad orologeria, belle, straripiene (secondo me il maresciallo per farle così piene vi è scesa all'interno con la scala ) e profumate .... Lo confesso e lo metto a verbale, non ho resistito, l'ho mangiata tutta e fortuna che la sedia ha retta al mio peso, si perchè dopo un pranzo ed una portata simile, c'era il rischio che non reggesse. Alla fine tutti hanno gradito e come !!!! Io le attendo sempre con tanta gioia e trepidazione, si perchè chi la fa l'aspetti ed io le sto aspettando per potermi vendicare ...ahahahha

P.S. Spero di ricordare bene la ricetta , altrimenti il maresciallo , la prossima volta che andrò a farle visita mi declasserà da lavapiatti ad attappa coperchi (per chi ha letto la prima puntata sulle melanzane alla parmigiana , sa a cosa mi riferisco)


- Difficoltà : media
- Tempo : 90 minuti 
- Costo : 5 €circa 

- Ingredienti per 4 persone :
4 cespi di scarola riccia non troppo grandi
150 g di formaggio grattugiato
150 g di scamorza tagliata a cubetti
4 pezzi di salsiccia fresca
150 g di mollica di pane rafferma
30 g di olive nere di Gaeta denocciolate
20 g di capperi salati
olio di oliva


- Preparazione :
Prendete i cespi di scarola, togliete le foglie esterne più dure , lavatele e lessatele per pochi  minuti in acqua bollente . Scolatele ed apritele a fontana su un piano .
Nel frattempo preparate il ripieno. In una terrina mettete la salsiccia privandola del budello, e tutti gli altri ingredienti, amalgamandoli tra di loro.
Riempite le 4  scarole e richiudetele per bene , facendo in modo che il ripieno rimanga all'interno. Con lo spago per la cucina richiudetele e ponetele in una teglia unta con un filino di olio di oliva.
Infornate a 180° se il forno è statico, 160° se ventilato e lasciatele per circa 40 minuti o almeno fino a quando in superficie si creerà una crosticina bruna e croccante.
Togliete lo spago e lasciatele riposare qualche minuto prima di servirle in tavola.

- Occorrente :
Teglia, terrina










mercoledì 22 maggio 2013

Dov'è nato il Babà ?

re Stanislao Leczinsky
Da sempre il Babà è considerato uno dei dolci classici della tradizione napoletana, ed anch'io come la stragrande   maggioranza delle persone lo ritenevo tale.
Ma il Babà sarà napoletano,si o no?
Questa risposta l'ho avuta qualche mese fà,quando una mia cara cuginetta mi ha regalato un libro sulla pasticceria napoletana , con cenni storici e sorpresa delle sorprese lì l'amara scoperta. Il Babà non è napoletano ma polacco.
L'invenzione del Babà infatti viene generalmente attribuita a Stanislao Leczinsky, re di Polonia, raffinato "gourmet" e appassionato lettore delle "Mille e una notte".
Tra i tanti personaggi di quella sterminata raccolta di novelle,fu maggiormente colpito dal protagonista del racconto di "Alì Babà e i quaranta ladroni". Così, quando inventò quel suo dolce morbido e soffice,tutto intriso di rhum, lo intitolò al sue eroe preferito.
Il babà fu introdotto a Parigi all'inizio dell'ottocento dal famoso cuoco-pasticciere Sthorer,che l'aveva visto manipolare nelle cucine di Luneville,dove si  era rifugiata in esilio la famiglia reale polacca.
A tempo record divenne la specialità della sua pasticceria parigina di Rue Montorgueil. Le ordinazioni fioccavano fittissime e dalla bottega di "maitre" Sthorer i morbidissimi babà,che si vendevano da due a sette  e perfino otto franchi l'uno,uscivano a valanga.
Ma come sono arrivati a Napoli?, I grandi signori napoletani dell'ottocento spedivano a Parigi,quando non li accompagnavano, i propri cuochi per farli erudire sulla "Haute cuisine". Così rientrando in patria, vi diffusero,con clamoroso successo,il babà.



martedì 21 maggio 2013

Una borsa carica,carica....di altri 2 premi

Ringrazio il blog Una famiglia ai fornelli per l'assegnazione di questi 2 graditissimi premi.




Non essendoci regole specificate nel post di assegnazione mi limito ad assegnare ciascuno di questi premi ad 8 blog che ritengo meritevoli.

Ecco gli 8 blog a cui assegno il "Veri Inspiring Blogger award " :



Ed ecco gli altri 8 blog a cui assegno il premio " One Lovely Blog Award" :







lunedì 20 maggio 2013

IL BABA' O LA BABESSA ?

L'altro giorno come già avevo accennato in un post precedente, ho ricevuto a casa una campionatura della farina del Molino Chiavazza . Inutile dire che appena ho aperto il pacco nel mio cervello si è accesa una lampadina, sapete di quelle che vi illuminano e che emettono anche una sorta di trillo ( le mie lampadine sono moderne, personalizzate, tipo quelle di Archimede del fumetto Topolino, ma musicali per avvisarmi che sono arrivate ). Vedendo la farina Manitoba ho subito pensato ad una Babà o come si direbbe dalle mie parti Babbà ( che è errato sia come pronuncia che come scrittura, ma noi meridionali amiamo abbondare e allora come diceva il grande Totò "abbondantis abbondantum").
Ho visto tra i miei quadernetti, tutti carucci, scritti in bella grafia ,dove ho riportato le ricette della tradizione familiare e che custodisco gelosamente, per vedere quale delle tante sul Babà potessi realizzare. Si, perchè ne ho 3 dove gli ingredienti sono gli stessi, ma vengono modificate le dosi e il procedimento per impastare.
Pensa e ripensa all'improvviso sento il campanello ed è la mia mamma. Aveva con sè la cosa principale : la teglia per la tipica forma del babà , che a me mancava...come si suol dire dalle mie parti "andavo a zappare , ma senza zappa".
Non abbiamo resistito e sotto suo consiglio ho optato per la ricetta che sto per darvi, perchè il risultato è mostruoso , quindi mani in pasto e vai....
C'è una piccola precisazione da fare, che ho appreso da poco al corso di pasticceria che ho appena frequentato. Leggendo il post, ho sempre denominato il dolce Babà ; ma in realtà nella pasticceria con tale nome si indicano quelli piccoli, monoporzione per intenderci ( che diventano familiari se li apriamo al centro e vi mettiamo tanta panna montata con fragole, o crema e amarene), questa grande invece prende il nome di Babessa....
E allora viva la Babessa, che ahimè non è nata dall'ingegno di nessun napoletano, ma di un pasticcere polacco....ma questa è tutta un'altra storia.



- Difficoltà : media
- Tempo : 3 ore circa
- Costo : € 4.50

- Ingredienti :
Per la babessa :
400 g di farina Manitoba Molino Chiavazza
100 g di burro
5 uova
1 cucchiaio di zucchero
1 pizzico di sale
1 bustina di vanillina
1 cubetto di lievito di birra

- Per la bagna :
1250 ml  di acqua
400 g di zucchero
1 bicchiere di rum al 70% di volume

-Per la glassatura lucida
4 cucchiai di marmellata di albicocche

- Procedimento :
In un robot da cucina , ma volendo potreste farlo anche a mano nonostante richieda tante energie, mettete le uova, il burro, la vanillina, il pizzico di sale, lo zucchero ed il lieviti, e lasciate amalgamare per un minuto circa. Aggiungete a questo punto la farina setacciata ed impastate fino a quando il composto non si staccherà dalle pareti del robot e risulterà molto elastico.
Adesso lasciatelo lievitare o mettendolo in una ciotola coperto con un canovaccio o all'interno della ciotola del robot. Il tempo della lievitazione può variare in base a tanti fattori, ma voi regolatevi fino a quando il composto non avrà raddoppiato o meglio quasi triplicato il suo volume. 
A questo punto rimpastatelo e alla fine sistematelo all'interno della teglia apposita, imburrata. Fatelo di nuovo lievitare e quando avrà raggiunto il bordo dello stampo infornatelo a 160° forno ventilato , 180° se statico per circa 35/40 minuti.
Io lo preparo anche 2 giorni prima di bagnarlo.

-Per la bagna:
Mettete in una pentola l'acqua e lo zucchero e ponetela su una fiamma media. Quando lo zucchero si sarà sciolto e l'acqua sarà tiepida toglietela dal fuoco e aggiungetevi il bicchiere di rum ( per la bagna potreste aggiungere ancora zucchero o liquore, a seconda del vostro gradimento). In una ciotola abbastanza grande bagnate con accortezza la babessa, facendo molta attenzione a non farla rompere. Ponetela in un vassoio da portate e mettete da parte la bagna avanzata con cui bagnerete al momento del taglio ogni singola fetta .  

- Per la glassa
 Per lucidare la superficie del dolce, basterà passare al colino per 3 volte 4 cucchiai di marmellata o confettura di albicocche e successivamente spennellare .

- Alternativa :
-Per chi volesse provare un gusto diverso, è possibile preparare una bagna al limoncello.
 Vi consiglio di far bollire nell'acqua e nello zucchero le bucce di 2 limoni ( solo la parte gialla     mi raccomando). Togliere queste ultime ed unire il limoncello. In questo modo otterrete un  ottimo babà al limoncello .

- Per chi magari in famiglia persone astemie o bambini, ci sono delle bagne analcoliche il cui sapore si avvicina molto al rum , ma si allontana dalla forte gradazione alcolica



- Occorrente :
Teglia per Babà o Babessa, robot da cucina








venerdì 17 maggio 2013

CROCCANTE MANDORLOSO

Oggi venerdì 17 !!!! mamma mia c'è chi in questo momento starà facendo gli scongiuri (tipici di noi meridionali) toccando ferro , alzando l'indice e il mignolo tenendo le altre tre dita abbassate, e magari starà  pronunciando  qualche formuletta anti-malocchio  Ma sapete che c'è ? Io di venerdì 17 maggio ci sono nata e a me ha portato sempre bene a differenza del venerdì 13 ( sarà che la mia famiglia ha origini anglosassoni? Io in realtà sapevo spagnole... mah strani casi della vita ). 
Comunque oggi volevo dedicare una giornata tutta per me, gli anni iniziano a farsi sentire con il loro peso sulle mie spalle , i reumatismi aumentano , così come i capelli bianchi...mah no scherzavo!!!!! Oggi sarà un'altra magnifica giornata circondata dalle persone che amo , ma soprattutto in cucina per preparare il pranzo per domenica...ci sono tantissime cose a cui pensare , spesa da fare...mah non mi abbatto, anzi mi ricarico: la cucina è il mio mondo e di questo ne sono convinta sempre più ( sarà che ho sbagliato studiando moda ? ), mi dà energia, mi appassiona , ma soprattutto non mi stanca mai. Unico effetto collaterale Imma che si allarga sempre più  e che per consolarsi dice a se stessa :- Hai mai visto un cuoco magro?!?
Forse si, forse no, ma la vera Imma sta dentro , è quella che trova sempre il lato positivo nelle cose e che è riconoscibile dall'energica risata cavallina ( citazione del marito).
Ah un'ultima cosa , non sono una cuoca e le ricette che posto sul mio blog è come le ho sempre fatte , con una tecnica giusta o inconsciamente sbagliata che sia , senza avere nessuna presunzione di insegnarle ad altre , ma con il solo scopo di riuscire tramandare un pò della mia tradizione.
Buon compleanno a me , e una buona giornata a tutti voi!





- Difficoltà: alta
- Tempo : 30 minuti circa
- Costo : € 3 circa

- Ingredienti :
300 g di zucchero semolato
250 g di mandorle pelate
1 cucchiaio di olio extravergine di oliva




- Preparazione :
Preparate il caramello . Prendete   un polsonetto ovvero un  pentolino di rame stagnato o una pentola antiaderente con doppio fondo in acciaio. 
Basta poggiare la pentola sul fornello a fiamma bassa, aggiungere un paio di cucchiai di zucchero ( ma anche di più a seconda della grandezza della pentola ) e lasciare che si sciogli. Non bisogna rimestarlo mettendo al suo interno nessun cucchiaio che sia esso di legno o di metallo, ma semplicemente facendo roteare la pentola , sollevandola leggermente dalla fiamma, prendendola per le maniche.
Quando avrà raggiunto un bel colore bruno buttatevi all'interno le mandorle e adesso con un cucchiaio rimestate molto velocemente. 
Su una superficie di marmo unta con il cucchiaio di olio versatevi tutto il contenuto e cercate di spanderlo e allivellarlo il più possibile. Fate sempre molta attenzione perchè il caramello è ustionante e non fatelo in presenza di bambini. Quando si sarà raffreddato tagliatelo a quadrati e servite.

- Occorrente:
Polsonetto di rame o pentola con doppio fondo di acciaio, base di marmo

mercoledì 15 maggio 2013

Premi,premi e ancora premi...

Ecco qui a raccontarvi ancora di un altro premio e a ringraziare la cara Emanuela e il suo blog makeupstrass.blogspot.it per aver pensato anche a me per questo riconoscimento...




Ed ecco le regole per chi riceve il premio:

-Ringraziare la persona che ti ha premiato e creare un link all'interno del post per il suo blog;

-Raccontare 7 cose su di se;

-Premiare altri 15 blog;

Ecco le 7 cose su di me:

Amo il caldo;
Adoro la pizza;
Non mi piace l'ipocrisia;
Ho un figlio che è una peste;
Sono molto precisa;
Ho tanti hobby;
Mi piace scrivere;

Ecco i blog che premio:

Butterflywing2012
Casa-dolcecasa
Chiaramente torte
Diamanti sul sofa
I profumi della mia casa
Il blog di Semmy
Cuccimi
Il mondo del mio cuore
Il paradiso delle novità
In cucina con Lety
Mary e la sua cucina
In cucina con Ombretta
La cucina dall anima
Lory lavanda e rosmarino
Le dolci creazioni di maria

martedì 14 maggio 2013

Campionatura Molino Chiavazza


Con mia somma sorpresa ( visto che è trascorsa meno di una settimana da quando avevamo preso i contatti) mi è giunto un pacco dal corriere,all'interno una campionatura delle farine del Molino Chiavazza che ringrazio di vero cuore per aver dato l'opportunità anche al mio piccolo blog di provare i propri prodotti di qualità.
Ma adesso conosciamo un pò di piu questa prestigiosa azienda che rappresenta una delle nostre eccellenze industriali italiane. Il Molino Chiavazza nasce nel 1955, quando i fratelli Andrea e Luigi già proprietari di una panetteria a Casalgrasso in provincia di Cuneo,decidono di affittare un vecchio mulino alimentato ad acqua dal canale Rio Freddo. Ai figli di Luigi, Bartolomeo e Giuseppe viene affidata la gestione e insieme provvedono a rimodernare la struttura.
Con il boom economico degli anni '60, le cose vanno sempre meglio ed allora si decide di iniziare a confezionare la farina in pacchetti,rivolgendosi ad un target di clienti sempre più ampio ed espandendo le vendite,non più solo alla propria regione. Con l'avvento degli ultimi 20 anni però il mercato diventa sempre più esigente,ma il Molino Chiavazza riesce a tenere i passi con i tempi grazie alle direttive di Luigi Chiavazza e di sua moglie Silvia Giacosa.
Viene reso lo stabilimento più moderno e viene acquistata un'alta società l'AL. NA. a Poncalieri,dove si inizia a produrre miscele già pronte semilavorate. Nel 2007 l'azienda amplia la gamma di prodotti con la linea di preparati per torte,creme e budini "Dolce Mondo Antico" e nel 2010 quella di preparati per pane "Forno di Casa Mia".
Sotto la guida del presidente e co-fondatore Giuseppe Chiavazza l'azienda si fa sempre più strada nel mercato odierno e riscuote per la sue enorme serietà sempre più consensi tra i clienti. Un'azienda legata da forti valori etici,morali e civili,diventata nel corso di circa mezzo secolo uno dei principali produttori nazionali di farina.

sabato 11 maggio 2013

Un altro premio dalla Spagna

Ed ecco che inaspettatamente e a distanza di pochi giorni dal precedente mi giunge un altro premio dall'altra parte del mediterraneo,la Spagna una terra fantastica.
Questo premio mi è stato assegnato dal blog Ciclopeimagine un bellissimo portale di fotografie che invito tutti a visitare per conoscere attraverso l'obiettivo tante piccole sfaccettature di un immenso paese di storia e cultura quale appunto è la Spagna.

Passiamo ora alle consuete regole per poter ritirare questo premio:
Innanzitutto ringraziare il blog assegnatario nel post del premio;
Rispondere alle 10 domande poste dal blog assegnatario;
Porre 10 domande ai blog a cui si assegna il premio;
Premiare 10 blog;

Quindi passo all'esecuzione delle regole:

Ecco le domande a cui devo rispondere

Ti piacciono i dolci al cucchiaio? Diciamo che a livello di dolci non disdegno proprio niente
Cos'è più importante per te in una persona il fisico o la personalità? Senza dubbi la pesonalità
Quand'è nato il tuo blog? A Gennaio di quest'anno
Chi è la persona che ti ha spinto a entrare in questo mondo? Sicuramente mio marito e le mie cuginette napoletane
Segui molti blog o cerchi solo di ottenere follower? Seguo tanti blog,ma perché mi interessano non cerco solo follower preferisco il detto pochi ma buoni
Ti piace cucinare? Più che piacere adoro cucinare
Mangi a casa o a lavoro? Sempre a casa
Cosa chiedi ad una persona per essere tuo amico? La sincerità
Qual'è il miglior film che hai visto? Il miglio verde con Tom Hanks

Ecco le domande che pongo ai blog che premio

Cosa pensi sia più importante nella vita: essere o apparire?
Figli o carriera?
Cosa ti fa più paura?
Qual'è il tuo piatto forte?
Meglio un uovo oggi o una gallina domani?
Pranzare fuori: trattoria o ristorante?
Quale canzone ti rappresenta di più?
Dolce o salato?
Se fossi il protagonista di un libro,quale saresti?
Un luogo a te caro dell'infanzia

Ed ora passiamo ai dieci blog che premio,sono tutti blog che stimo,differenti tra loro per caratteristiche anche se possono sembrare che trattano uguali argomenti e con una propria anima...

Per sempre mamma
Il castello di Patti Patti
Buon appetito Olanda
Bazzicando in cucina
Pal Vientre todo lo quente
Bianca vaniglia rossa cannella
Il mio paiolo magico
Il magico mondo di cinnamon
Magia di sapori
lumaca matta


venerdì 10 maggio 2013

IL CARAMELLO

La cosa che più adoro fare nella cucina è sperimentare, e perchè no, aggiungere anche un pizzico di fantasia, che a me non manca di certo. Adoro il colore, i particolari e su molti dolci quel tocco in più lo dà proprio il re del gusto. Di chi sto parlando? Beh del caramello, ovvio. Vedere tutte quelle decorazioni così raffinate, superbe, divine...ma il problema resta , o meglio dire restava uno: il saper fare il caramello.
Prima di riuscirci ho provato varie ricette, trovate su tantissimi libri o siti internet ; qualcuna prevedeva l'aggiunta di acqua , altre di  rimestare lo zucchero di continuo con un mestolo di legno, altre ancora chiedevano in dotazione un termometro da cucina. Il risultato tanto sperato non è mai arrivato, anzi, in casa una volta mio marito credeva che si fossero trasferiti i pellirossa con i loro messaggi di fumo. Ho lasciato stare, mi sono rassegnata e dire che non è da me , fino a quando non ho frequentato un corso di pasticceria di base presso l'istituto alberghiero del mio paese. 
Alla seconda lezione il professore ha pronunciato la parola magica che ha fatto diventare le mie orecchie come dei radar, i miei occhi si sono spalancati e...ohhhhhhhh (di meraviglia) ecco finalmente la ricetta che fa per me. Ho resettato il cervello, cancellato tutte quelle che conoscevo del passato e ho memorizzato lei (sapeste che gran fatica, occorre solo lo zucchero) e alla fini le ho dedicato la canzone di Dory Ghezzi e Wells :- E non ci lasceremo mai...abbiamo troppe cose insieme....
Ah i dolci e che tentazione ! Credo che il sommo poeta Dante , non avrebbe fatto fatica, conoscendomi ad individuare il girone dell'Inferno adatto a me , quello dei golosi! 


- Difficoltà : alta
- Tempo : varia a seconda delle quantità
- Costo : a seconda della quantità

- Ingredienti :
Zucchero semolato

- Preparazione:
Come potete ben vedere non vi è nè una quantità nè un costo specifico, poichè tutto dipende da quanto ve ne occorre. Si perchè potrete realizzarne 50 g così come 300 o 1 kg.
La cosa importantissima è che occorre un polsonetto ( pentolino di rame stagnato) o una pentola antiaderente con doppio fondo in acciaio. 
Basta poggiare la pentola sul fornello a fiamma bassa, aggiungere un paio di cucchiai di zucchero ( ma anche di più a seconda della grandezza della pentola ) e lasciare che si sciogli. Non bisogna rimestarlo mettendo al suo interno nessun cucchiaio che sia esso di legno o di metallo, ma semplicemente facendo roteare la pentola , sollevandola leggermente dalla fiamma, prendendola per le maniche.
Fate sempre molta attenzione poichè il caramello raggiunge temperature altissime ed è altamente ustionante, quindi non fatelo mai in presenza di bambini.
Adesso sta a voi decidere se ottenere un caramello chiaro ( la  cui temperatura non supera i 160°, ha un colore che ricorda il miele di acacia, ed è adatto per la panna cotta), o un caramello scuro (dal colore nocciola , ed una temperatura che raggiunge i 180°).
Il primo si presta molto per la panna cotta, il secondo invece per le decorazioni a fili (capelli d'angelo) o per la creazione di pizzi.

- Occorrente :
Polsonetto o pentola in acciaio antiaderente a doppio fondo




Un premio graditissimo

Eccomi qui ancora a sprizzare gioia da tutti i pori e a condividerla con tutti voi,dopo aver superato il traguardo dei 100 follower (per me è stato come aver scalato l'Everest) ecco che una mia cara amica blogger,Leticia Gòmez che stimo e rispetto molto mi ha omaggiato con un premio veramente gradito,l'INDALO DI BRONZO.....




L'ideatrice di questo premio e la Blogger Trini Altea,che ha creato questo riconoscimento suddividendolo in tre categorie,in base al numero di seguaci raggiunti,quindi avremo l'Indalo di bronzo al raggiungimento dei 100 follower,l'Indalo d'argento per i 200 e quello d'oro per i 300.
Ma perché chiamare questo premio Indalo,semplice perché la creatrice è della regione dell'Almeria e su questo nome c'è una bella storia che adesso vi racconto:
Indalo è una figura ancestrale trovata nella Grotta degli Insegni (Velez Blanco,Almeria),si tratta di una pittura rupestre del tardo neolitico o età del rame,rappresenta una figura umana con le braccia aperte ed un'arco in mano,il suo significato è quello di fortuna ed ora è il simbolo della regione dell'Almeria. Questa pittura è stata scoperta nel 1868 da Manuel de Gòngora y Martinez ed è stato dichiarata monumento storico nazionale nel 1924 e più tardi patrimonio nazionale.Così forte era il simbolismo su questa rappresentazione che molti artisti e intellettuali si unirono in un movimento detto appunto movimento indaliano. Gli indaliani vedevano simboleggiato in questa figura un patto tra uomini e dei per prevenire future alluvioni,infatti la parola Indalo potrebbe avere la sua origine nella lingua degli Iberi da indal eccius che significa messaggero degli dei,ma l'origine più comune del nome viene attribuita in onore del patrono della città di Almeria San Indalecio, anche se questo tipo di disegno si può trovare anche fuori dalla Spagna,l'esempio più importante è quello che si trova nel tempio di Ramses II ad Abydos.




mercoledì 8 maggio 2013

I miei 100 follower

Evviva,evviva non ci sto più nella pelle,il mio piccolo blog ha raggiunto il traguardo dei 100 follower,sono veramente orgogliosa e voglio condividere la mia felicità con tutti coloro che mi seguono,Grazie,Grazie,Grazie...


martedì 7 maggio 2013

Frutti di stagione:LE FRAGOLE

Oggi cari amici voglio parlarvi di un frutto facilmente reperibile in questo periodo che adoro, le Fragole.
La fragola (Fragaria vesca) è un frutto originario delle zone alpine europee, dell'America del nord e del sud. I romani la apprezzavano particolarmente e grazie al suo profumo intenso la chiamarono fragrans. Venivano consumate specialmente nel periodo delle festività in onore di Adone; secondo la leggenda, infatti, alla morte di Adone, Venere pianse lacrime che, cadute a terra, si trasformarono in piccoli cuori rossi (le fragole). Le fragole coltivate fino al diciottesimo secolo provenivano da specie europee o nordamericane; in seguito però si creò un ibrido con specie provenienti dal Sudamerica, da cui hanno origine tutte le varietà attualmente coltivate. Attualmente la produzione mondiale di fragole è di circa 3,5 milioni di tonnellate; l'Italia, con 190.000 tonnellate, è uno dei principali produttori.


Le fragole sono frutti molto graditi, per forma, profumo e sapore. Oltre a essere consumate fresche, sono utilizzate anche per la preparazione di creme, confetture, marmellate, sciroppi, sorbetti e succhi. Sono reperibili da aprile a giugno; le prime a comparire sono le cosiddette fragoline di bosco. Spesso non si tratta di frutti realmente di bosco, ma di fragole coltivate in serra. In ogni caso non ci sono differenze nutritive fra fragoline di bosco e fragole. Le fragole possono provocare fenomeni di allergia e pruriti, specialmente se si consumano frutti non completamente maturi. Prima del consumo vanno lavate attentamente, anche perché crescono a contatto con il terreno e possono perciò trattenere microrganismi e antiparassitari. 

                                                 Le fragole nell'orto
La presenza delle fragole negli orti amatoriali è abbastanza comune; uno dei motivi è sicuramente da ascriversi al fatto che esistono così tante cultivar di questa pianta che la sua coltivazione non richiede situazioni climatiche particolari. In linea generale, le fragole amano climi freschi e ventilati. Da un punto di vista colturale si possono distinguere fragole estive (la cui raccolta avviene nel trimestre maggio-luglio) e fragole rifiorenti (le rifiorenti sono quelle piante che possono fruttificare a più riprese fino a quando il clima non si fa più rigido; generalmente si raccolgono da maggio fino a ottobre). Fra le diverse varietà estive si ricordano la Gorella, la Noble, la Regina di Verona, la Belrubi, la Pocahontas, la Redgauntlet e la Senga sengana; tra le varietà rifiorenti troviamo invece l'Abbondanza e la FlorikaAnche riguardo al tipo di terreno, la fragola mostra una certa adattabilità, predilige però i terreni fertili, sciolti e con un buon drenaggio; il pH ideale oscilla tra 6 e 6,5, ma non ha particolare problemi nemmeno se coltivata in terreni neutri o lievemente alcalini.La parte di terreno destinata alla coltivazione delle fragole deve essere preparata alcuni mesi prima della semina (preferibilmente nell'autunno precedente la semina); tale preparazione consiste sostanzialmente nella fertilizzazione per la quale ci si avvarrà di stallatico maturo (3 kg circa per ogni metro quadrato di terreno).La riproduzione delle fragole per seme non è agevole, quindi è preferibile iniziare la coltivazione con delle piantine da acquistare nei negozi specializzati o in un vivaio. Le piantine devono essere interrate in file tra loro distanti circa 70 cm; la distanza sulla fila fra pianta e pianta dovrà essere di circa 25 cm. L'impianto delle fragole dovrebbe essere effettuato in agosto; in tal modo saranno sviluppate quanto basta da affrontare il freddo invernale ed essere pronte alla fruttificazione nel mese di maggio.Non è necessario effettuare concimazioni durante il periodo vegetativo se il terreno è stato ben preparato in precedenza, tuttavia, chi desidera comunque integrare, può distribuire, nel mese di gennaio, del solfato di potassio in ragione di circa 15 g per metro quadrato di terreno. Altre integrazioni possibili da effettuarsi periodicamente sono quelle con concimi chimici a base di fosforo e potassio oppure con cenere di legna. Chi ha scelto di coltivare le fragoline di bosco può effettuare, ogni quindici giorni, a partire dal momento in cui spuntano i fiori, fertilizzazioni con prodotti liquidi per pomodori.Oltre alla concimazione vi sono altre lavorazioni da effettuare al fine di garantire un ottimo sviluppo delle fragole, ci riferiamo in particolar modo alla pacciamatura che, oltre a proteggere le fragole da eventuali gelate tardive, servirà a ridurre la crescita delle infestanti (che man mano che passa il tempo vanno sempre rimosse) e a mantenere umido il terreno.Per quanto concerne l'irrigazione, è noto che le fragole siano piante con un notevole fabbisogno idrico; per uno sviluppo ottimale è bene evitare loro qualsiasi stress idrico, sia durante la fase della fioritura sia durante quelle di maturazione e raccolta. Quanto alla metodica di irrigazione, è consigliabile evitare quella a pioggia in quanto può favorire l'insorgenza di patologie fungine; si ricorra piuttosto a un'irrigazione a giorni alterni attraverso una manichetta forata da posizionarsi sotto la pacciamatura, badando bene di evitare ristagni idrici.La raccolta delle fragole si effettua da maggio ad agosto; chi ha effettuato le coltivazioni in coltura protetta riesce generalmente a effettuare la raccolta con un certo anticipo. Certe varietà consentono, come detto, più raccolti. Le fragole vanno raccolte a mano staccandole dal peduncolo. Come nel caso di altre piante, anche le fragole sono soggette a varie avversità. Le fragole coltivate, tra l'altro, sono più soggette agli attacchi parassitari di quanto non lo siano quelle selvatiche. Tra le patologie più importanti che possono interessare le fragole vi sono la muffa grigia, l'antracnosi e il mal bianco. Tra i parassiti i più comuni si ricordano gli acari e gli afidi.