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martedì 29 luglio 2014

LA REGINA DEL GOLFO ALL'ACQUA PAZZA E PATATE

Sabato scorso sono stata in uno dei posti che adoro , in realtà si è sposata l'appuntato , la mia carissima cuginetta ed è stato un matrimonio da favola...scenario incantevole con taglio della torta sulla spiaggia, due sposi stra-innamorati che hanno curato tutto nei minimi particolari...Insomma una splendida giornata all'insegna dell'amore, della famiglia e di uno scenario incantevole...
Ho vissuto questa giornata a pieno , ma soprattutto adoro Napoli di sera , vederla illuminata dalle luci della sera, è uno spettacolo che mi fa re-innamorare mille volte di questa splendida città...forse perchè il sangue che scorre nelle mie vene è partenopeo , o perchè mio marito stesso è napoletano.
Ne adoro i vicoli stretti che spesso non lasciano trapelare il sole , la musicalità del dialetto , il mare che abbraccia dei tramonti da favola, i balconi , l'arte e la cultura che annidiate in ogni centimetro quadrato...una città teatrale , ma di un teatro naturale , verace ...
Quando mi capita di vederla di sera, la immagino come la bella sirena Partenope, sdraiata e accarezzata dalle onde del mare, che ammalia i suoi visitatori....
Beh meglio che non sviolini troppo , e parliamo un pò di cucina, di un'altra regina del Golfo, la Spigola. 
La Spigola o Branzino, pesce dalla carne bianca pregiata, io l'adoro proprio per la delicatezza del suo sapore e spesso la cucino all'acqua pazza, e come in questa ricetta che sto per proporvi con l'aggiunta delle patate.
Una vera e propria bontà , che quando servo in tavolo sono sicura fare una bella , ma soprattutto buona figura dal punto di vista culinario... l'unica cosa con cui io debba fare i conti se così posso dire è il pulirla. Non amo sviscerare i pesci , ma se devo cucinarli , ahimè mi tocca anche questo , non dopo però essermi preparata psicologicamente !!!! Che dire ognuno ha i suoi difetti !!!
Allora vi lascio alla splendida regina del Golfo, con la speranza che vi incanti e vi ammali...peccato non sentirne il profumo, magari nei prossimi anni con la tecnologia che fa passi da gigante potremmo fare anche questo !!!!!



- Difficoltà : media
- Tempo : 1 ora
- Costo : € 10 circa

- Ingredienti  per 2 persone :
1 spigola o branzino da 600 g ( o 2 da 300 g )
3 patate grandi
2 spicchi di aglio
1 mazzetto di prezzemolo
35 g di olio extravergine di oliva
300 g di acqua
5 pomodorini datterino
sale qb
pepe qb




- Preparazione:
Per prima cosa sviscerate la/e spigola/e , lavate e sotto l'acqua corrente squamatela.
Asciugatela bene sia all'interno che all'esterno con un canovaccio , in modo che risulti bella asciutta.
In un mixer o con un coltello, tritate finemente l'aglio ed il prezzemolo ; metà di questo trito lo metterete insieme ad un pizzico di sale e pepe ed un filino di olio all'interno del pesce.
Sbucciate le patate, lavatele e tagliatele a tocchetti. Versatele in una pentola antiaderente , unite i pomodorini tagliati a metà , l'olio , il restante trito , il sale ed il pepe. Versatevi l'acqua ed adagiatevi il pesce.
Coprite con il coperchio e lasciate cuocere per 40/45 minuti a fiamma medio bassa. A questo punto se le patate non dovessero essere cotte , vi consiglio di togliere il pesce e continuare ancora per qualche minuto la cottura.
Adesso in un bel piatto da portate mette al centro la spigola, e tutto intorno le patate.

- Occorrente:
Pentola antiaderente , mixer

martedì 22 luglio 2014

DANUBIO GLUTEN FREE

Per me l'estate , se quella di quest'anno possiamo definirla tale, equivale a cene con gli amici, rimpatriate in famiglia, pic-nic...e allora perchè non preparare magari delle pizze rustiche da poter gustare anche fredde?
E' anche vero che accendere il forno durante una calda giornata di sole non è proprio l'ideale, ma quest'anno possiamo proprio concedercelo. 
Da qualche mese poi mi ritrovo a sperimentare anche con le farine gluten free , per il mio cucciolo. Mi piace portare in tavola le stesse cose realizzate con le farine "classiche", per non creare differenze... e credevo , forse perchè ero per così dire inesperta in materia , che fosse terribilmente difficile.
Certo per alcune ricette il risultato è assicurato alla prima prova, per altre invece c'è da modificare qualcosina o provare varie miscele di farine.
Comunque con la determinazione tutto diventa più facile !!!
La ricetta che oggi ho deciso di postare è una ricetta rustica proprio gluten free , il Danubio . E' una ricetta che preparo spesso, poichè piace a tutti ed in particolar modo al maritino partenopeo.
La pasta poi è soffice, buona da consumare anche il giorno dopo, ed è fatto con ingredienti semplici che quotidianamente sono presenti in casa. 
Devo dire che questa variante gluten free al mio piccolo è piaciuta tanto e spesso la predilige anche senza ripieno...insomma bisogna provare per credere e allora tutti con le mani in pasto !!!!
Ci tengo solo a precisare , che il dosaggio degli ingredienti è minimo.




- Difficoltà : facile
- Tempo : 4 ore circa
- Costo : € 4 

- Ingredienti :
230 g di acqua
2 uova
1 pizzico di sale
20 g di zucchero
20 g di strutto 
8 g di lievito di birra

Per il ripieno
50 g di scamorza passita
2 Wurstell 
100 g di prosciutto cotto


- Preparazione :
Per prima cosa prendiamo 115 g di acqua , versatela  in una ciotola  e scioglietevi all'interno il lievito di birra . Unitevi 100 g di farina per dolci lievitati Molino Dallagiovanna ed impastate il tutto. Coprite con un canovaccio e lasciate lievitare per circa 50 minuti.
Trascorso tale tempo, aggiungere a questo primo impasto le 2 uova, lo zucchero, il sale, lo strutto, 115 g di acqua e i restanti 250 g di farina. Impastate bene il tutto e lasciate lievitare per circa un ora o poco più ( l'importante è che l'impasto abbia raggiunto del doppio del suo volume iniziale).
Quando l'impasto sarà ben lievitato dividetelo in 8 palline uguali, che allargherete leggermente con le mani e al cui interno inserirete il ripieno precedentemente tritato. Richiudete dando sempre una forma sferica e posizionatelo in una piccola teglia foderata con la cartaforno. 
Ne posizionerete una la centro e le altre tutte intorno, prestando attenzione nel distanziarle bene le une dalle altre.
Lasciate lievitare ancora per un 'ora e poi infornate a 160° se il forno è ventilato, 180° se statico per 40 minuti .
Una volta sfornata potrete decidere se servirla calda , tiepida o fredda...insomma è buona sempre .

- Consiglio :
Il ripieno può essere modificato a seconda dei propri gusti personali

martedì 8 luglio 2014

LE MELANZANE "CAUTATE"

Portare avanti le tradizioni culinarie della mia famiglia, soprattutto quelle delle mie nonne, è un pò l'obiettivo del mio blog. Ho notato che molte ricette nel corso degli anni sono andate perse, forse perchè le donne che prima dedicavano tanto tempo alla cucina , poichè destinate a restare in casa, oggi per seguire le proprie carriere hanno sempre meno tempo per dedicarsi ai fornelli.
Eppure trovo enormemente gratificante quando in casa , o per meglio dire in tavola  , si serva qualcosa cucinato con le proprie mani, anche a costo di sacrifici come una levataccia la mattina presto.
Ricordo che la mia nonna materna proprio per realizzare questa ricetta, che le era stata tramandata a sua volta  da sua nonna , iniziava la preparazione il giorno prima. Si sedeva sulla sua sedia accanto al camino e iniziava a grattugiare il formaggio e a sbriciolare la mollica del pane e poi il mattino seguente a "cautare" cioè svuotare ogni singola melanzana senza intaccarne nessuna.
Che profumo e che bontà si avvertivano nell'aria e che padellona gigante per contenere il tutto , si, perchè mia nonna ne preparava circa una cinquantina, da distribuire ad ogni figlio con rispettiva famiglia.
Non è un piatto da preparare spesso, a causa del fatto che è un tantino laborioso, oltre che in primis calorico, visto che richiede una certa  quantità di olio di oliva per la sua preparazione...
Mio marito poi la prima volta che ho realizzato questo piatto non vi  dico !!!!
Un bel piatto con all'interno una bella melanzana pacioccona, pacioccona , con il suo sughetto di contorno e lui se ne viene con la frase :- E questa sbobba cosa è?
Sbobba? Sbobbaaaaaa ???? Ma vi rendete conto ha offeso un piatto centenario della tradizione culinaria della mia famiglia e poi , non per fare la maestrina , ma sbobba sul vocabolario italiano , non sta ad indicare una minestra, una brodaglia? E alloraaaaaaaa !!!!!!!
Si è salvato in zona Cesarini dopo il primo assaggio, buon per lui , altrimenti un mattarello lo avrebbe colpito all'improvviso dietro la nuca !!! 
No, scherzo , non mi permetterei mai , ma di sicuro ci sarei rimasta malissimo. Sarà che come recita una canzone di Renato Zero è che in cucina è come se "fossimo di un altro lontanissimo pianeta "...ma si sa che gli opposti si attraggono e si compensano giorno dopo giorno, e che le tradizioni rivivono nei posteri che non hanno voglia di dimenticare ...
Proprio per essere veraci , non come le vongole, ma nel senso di veri, italiani, ho utilizzato per questa ricetta i Capperi I.G.P. del consorzio di Pantelleria, oltre che all'origano...
Non vi resta altro questa volta che non augurarvi buone mani in pasto, ma buona "cautata" !!!



- Difficoltà : difficile
- Tempo : 3 ore circa
- Costo : € 8 circa

- Ingredienti per 10 persone :
10 melanzane piccole
500 g di mollica di pane raffermo
150 g di parmigiano reggiano grattugiato
150 g di pecorino grattugiato
120 g di prosciutto cotto
1 pizzico di sale
5 pomodorini
1 spicchio di aglio 
1 mazzetto di prezzemolo 
1 acciuga (facoltativa)
25 g di olio extravergine di oliva 

- Per il sughetto
3 spicchi di aglio in camicia
35 g di olio extravergine di  oliva
600 g di pomodori freschi
sale qb




- Preparazione:

La prima operazione che vi consiglio di fare è quella di lavare le melanzane, asciugarle, tagliere il torso e svuotarle per bene. Quest'ultima operazione è molto delicata, bisogna essere precisi e va fatta con un coltellino dalla lama sottile e lunga.
La polpa non va assolutamente gettata ma sminuzzatela finemente e mettetela da parte.
Adesso sbriciolate la mollica del pane raffermo in una ciotola, e versatevi i due tipi di formaggio grattugiati, il sale, i capperi abbondantemente sciacquati , il prosciutto cotto tagliato in piccole listarelle, i pomodorini anch'essi tagliati, lo spicchi di aglio ed il prezzemolo tritati finemente, l'acciuga è facoltativa , e una bella spolverata di origano.
Adesso in una bella padella mettete i 25 g di olio di oliva con la polpa della melanzana messa precedentemente da parte e fatela cuocere per qualche minuto. 
Appena avrete spento, attendete qualche minuto e versatevi tutto il contenuto della scodella e amalgamate bene il tutto.
Riempite una alla volta le melanzane, fino ad un centimetro dal bordo , dove andrete ad apporre un pezzetto di pane e fermerete il tutto con uno stuzzicadenti ( questo per far si che l'imbottitura fuoriesca durante la cottura.
In una bella pentola mettete adesso l'olio con i 3 spicchi di aglio in camicia , e appena si saranno imbionditi adagiate le melanzane, rigirandole di tanto in tanto e facendole cuocere a fiamma bassa. Quando si saranno belle ammorbidite copritele con i pomodorini tagliati , salate e lasciate cuocere con coperchio chiuso , a fiamma medio-bassa, fino a quando il pomodorino risulterà bello tirato.
Potete servire il piatto sia caldo che tiepido







domenica 6 luglio 2014

PANTELLERIA E I SUOI SPETTACOLARI CAPPERI

La cucina mediterranea è ricca di erbe e piante aromatiche , tra cui i capperi. 
La pianta del cappero (Capparis Spinosa L.) è un piccolo arbusto che può raggiungere i 50 cm di altezza , la cui base è legnosa mentre i rami sono erbacei. Le foglie sono carnose, di un verde scuro che alle punte diventa quasi violaceo. Tra i mesi di Maggio e Settembre, a seconda delle zone, avviene la fioritura, ed è proprio in quel periodo che si effettua anche la raccolta.

Si, perchè il cappero che consumiamo in cucina è il bottone fiorale, non ancora aperto e diventato fiore , e più la loro grandezza è piccola, medio-piccola, più il prodotto che alla fine si otterrà è di qualità superiore. La raccolta viene effettuata ogni 8 o al massimo 10 giorni, per tutto il periodo della fioritura , tutto meticolosamente fatto a mano, in una posizione non troppo favorevole per la schiena e sotto il sole battente dell'estate.
Certo, che in Italia abbiamo l'eccellenza del capperi , in una delle Isole tra le più belle della nostra penisola, L'isola di Pantelleria.
Proprio il Consorzio dei "Capperi di Pantelleria " , nato nel 1971 come cooperativa dei capperi, e che oggi conta circa 400 soci produttori con una produzione annua di 2.000 quintali , accuratamente selezionati , che ha finalmente visto riconosciuto il marchio I.G.P. (Indicazione Geografica Protetta ) , mi ha reso omaggio di una splendida fornitura.
Ma come mai proprio il cappero di Pantelleria è così famoso ? La sua bontà in realtà è dovuta proprio alle caratteristiche dell'habitat in cui viene coltivato e ne parlano nei loro trattati addirittura Plinio e Dioscoride. Nel 1600 poi le sue qualità terapeutiche vengono annoverate ne "La Signor Dottrina" di Domenico Romoli detto Panunto , oltre alle sue proprietà afrodisiache. Vanto d'eccellenza italiano , in molti lo hanno riconosciuto e definito non solo il cappero migliore d'Italia , ma del mondo intero.
Ed ecco la splendida fornitura che ho ricevuto .


Si tratta di 1,5 Kg di capperi equamente divisi in piccoli, medi e grandi, un sacchetto di origano e uno di semi di finocchietto selvatico, oltre a sorpresa delle sorprese un meraviglioso libro sull'uso appunto dei capperi in cucina.




La calibratura millimetrica dei capperi va dai 6/7 mm fino ad un massimo di 14 mm . Di un colore verde scuro , ha un odore molto forte, intenso, così come il loro sapore ed io aggiungerei divino. 
Si presentano conservati  al sale marino, e questa è una caratteristica importantissima , poichè non solo il loro sapore rimane intatto ed inalterato  nel tempo, ma si capisce da subito la loro qualità superiore.
Quindi il primo consiglio è ovviamente di diffidare dei capperi conservati nell'aceto.
Una volta aperta la confezione è bene riporli , con tutto il sale, in un vaso con chiusura ermetica o  a vite, così le loro caratteristiche rimarranno inalterate anche negli anni, evitando l'umidità e che secchino.
Proprio il sale è l'elemento fondamentale per la maturazione del cappero. Infatti dopo che è avvenuto il raccolto ( immaginate tutti i terrazzamenti , fatti con i muri a secco ) i capperi vengono messi in tini a maturare con l'equivalente del 40% del loro peso di sale marino grosso. Rimangono così per 10 giorni ed ogni giorno vengono rimestati , rimanendo a fermentare nell'acqua emessa. Trascorso tale periodo , vengono scolati, e rimessi in tini puliti con il 20 % del loro peso stavolta di sale marino grosso e si esegue lo stesso procedimento. Alla fine sono pronti per essere consumati.
Vi posso dire che il loro sapore è inconfondibile, unico ed imitate dalle imitazioni poichè i veri Capperi di pantelleria vengono conservati con il sale e presentano il marchio I.G.P.







Ringrazio il Consorzio anche per il meraviglioso origano e i semi di finocchietto selvatico, altre due colture tipiche mediterranee e dai sapori e profumi  inconfondibili.
Oltre che per lo splendido libro ricevuto , di cui ne faccio ampiamente tesoro. 
Vi invito ovviamente non solo a degustarli, ma a visitare il sito di una delle eccellenza italiane nel mondo www.capperipantelleria.com , dove potrete conoscerne la storia, i luoghi ed anche effettuare acquisti.



martedì 1 luglio 2014

LA CAPRESE FRITTA

Rieccomi dopo un altro periodo di latitanza , e questa volta spero che sia davvero l'ultimo. Tante cose da fare, un pò di cose rimandate e accumulate , tutte da rimettere in ordine.
Anche nella mente...soprattutto .
Ogni tanto staccare dalla classica routine credo che faccia bene a tutti, ma trovo altrettanto bello ritornarci per assaporare un pò il senso delle cose, dei propri legami, delle banalità che hanno il profumo della quotidianità.
Credo che trascorrere periodi così mi faccia proprio bene...in particolar modo alla mia creatività. Mi ritrovo con delle idee in testa un pò particolari e non vanno via fino a quando non vengono messe in pratica.
Proprio pochi giorni fa, mi sono svegliata e mentre con mio marito prendevamo seduti in cucina un buon caffè , ho esposto una'idea che mi ha frullato in testa per tutta la notte. Per farvi capire bene: immaginate un ronzio come quello delle zanzare nelle orecchie e vi girate , rigirate e alla fine scocciati vi alzate gridando "adesso basta" !
Ecco la mia idea era di tipo  culinario e devo dire che mi sembrava alquanto bizzarra , ma siccome sono come San Tommaso, allora ho provato per poter credere!
Con i miei due uomini siamo andati in giro a comprare le materie prime e abbiamo riscoperto quanto sia bello ridere e scherzare , oltre a fare due passi a piedi ...insomma una mattinata di relax tutta per noi tre.
Quando poi sono ritornata a casa , sul piano della cucina ho poggiato tutti gli ingredienti...e guardandoli mi è sorto un dubbio amletico : in che modo riuscire a compattare l'insieme , ovvero a creare un unione ed un'armonia tra tutti gli ingredienti? Pensa e ripensa (tipo trenta minuti) ed ecco la soluzione ideale , che sarebbe piaciuta a grandi e piccini , ma un pò meno ai dietologi e nutrizionisti : lei, la superba , unica ed indiscussa signora del fritto , l'impanatura.
Beh credo che sia meglio adesso postare la ricetta , per non creare confusione nelle vostre menti, anche perchè dovete assolutamente provarla. E' stata un vero successo sia per grandi che per piccini , e poi la caprese fritta...è proprio una bella novità !!!!
Quindi, come il titolo di un film anch'esso emblematico di qualche decennio fa , Signori e Signore vi presento i Pomodori Verdi Fritti, ma non alla fermata del treno , ma in Cucina con Imma !!!!


- Difficoltà : facile
- Tempo  : 1 ora
- Costo : € 8 circa

- Ingredienti  per 12 porzioni :
1 kg di pomodori tondi verdi lisci
300 g di mozzarella o scamorza
200 g di prosciutto cotto affettato
5 uova
1 pizzico di sale
200 g di impanatura di farina di mais tostata

olio di semi per friggere



- Preparazione :
Per prima cosa lavate i pomodori ed affettateli in orizzontale , dando a ciascuna fetta uno spessore di mezzo centimetro. Con molta attenzione togliete solo i semi, lasciando intatta la struttura interna del pomodoro. 
Una volta eseguita questa operazione, poneteli su di un canovaccio pulito ed asciugateli, in modo da togliere l'eccesso di acqua. 
Prendete poi una fettina , adagiatevi una fettina di prosciutto, la fettina di mozzarella o di scamorza ( ad esempio se utilizzate la prima è bene affettarla e lasciarla asciugare ,prima di utilizzarla), ripiegate la fettina di prosciutto cotto e ricoprite con un'altra parte di pomodoro.
Una volta preparate tutte le porzioni, in una bella terrina sbattete per bene le 5 uova con l'aggiunta di un pizzico di sale .
Passate ogni singola porzione nell'uovo, nell'impanatura, di nuovo nell'uovo ed infine nell'impanatura.
Ponetele in frigo prima di friggere per almeno un'ora , e alla fine immergetele in un pentolino dai bordi alti e con abbondante olio bollente. Fate in modo che siano belle dorate su ambedue i lati , scolatele su carta paglia  e servite caldi o al massimo tiepidi.

- Occorrente:
Padella dai bordi alti , schiumarola , carta paglia o carta assorbente da cucina

- Consiglio :
Ricetta adatta anche agli intolleranti al glutine, basta prestare solo attenzione al prosciutto cotto e all'impanatura consigliata dal prontuario dell'AIC